Un premio a Kevin: un film per la pace

L’Ara Pacis Mundi, inaugurato nel 1951, è un monumento dedicato alla memoria dei caduti e dei dispersi di tutte le guerre, di nazioni, di razze e di fedi diverse. Si trova su un colle sopra il piccolo paesino di Medea, in provincia di Gorizia. L’Ara propriamente detta, situata all’interno dell’imponente recinto in travertino, è realizzata in porfido; al suo interno c’è una camera ipogea contenente un’urna in legno e bronzo, in cui sono raccolte le zolle di 800 cimiteri di guerra nazionali e stranieri, e ampolle contenenti l’acqua dei mari teatro di battaglie delle ultime guerre. Un luogo fortemente simbolico, carico di emozione, di significati, di storia. In questa cornice di così grande impatto si svolge ogni anno la cerimonia di premiazione del Festival Internazionale Un Film per la Pace. Il Festival, ideato e progettato da Enrico Cammarata, promuove i temi della pace, dei diritti umani e della giustizia attraverso film provenienti ogni anno da oltre 30 paesi di tutto il mondo. Il concorso cinematografico è rivolto principalmente ai giovani studenti delle scuole secondarie e delle università che, attraverso apposite giurie, selezionano i film finalisti. Il nostro documentario Kevin – will my people find peace?, è stato premiato come miglior film lungometraggio proprio all’Ara Pacis Mundi, uno spazio archetipico, carico di dolore e di speranza. Ci speravamo davvero, quando abbiamo inviato il film per la selezione. In effetti la corrispondenza tra gli intenti del film e la mission del Festival è molto forte. In questo documentario abbiamo provato a ragionare insieme alla protagonista, Kevin, sul difficile cammino di ricostruzione della pace in un paese martoriato da vent’anni di guerra civile, quale è il Nord Uganda. Il film si focalizza proprio su quest’interrogativo: “Will my people find peace?” “Troverà pace la mia gente?” Nè la protagonista, né le persone intervistate hanno potuto dare una risposta netta. Nelle parole di una madre che ha lavorato attivamente per avviare azioni di pace tra le popolazioni colpite dalla violenza e i ribelli della Lord’s Resistance Army: “Il conflitto è vecchio come l’umanità e il processo di perdono e riconciliazione dovrebbe essere costante, quotidiano. Ripaghiamo il male con il male? Possiamo spegnere il fuoco con la benzina?” Queste sono le domande che il nostro film ha voluto riproporre, ancora una volta, sperando che la riflessione continua e comune su questi temi possa essere utile nell’affrontare le sfide del presente. Ringraziamo i giovani giurati che hanno voluto riconoscere, raccogliere e riproporre questo messaggio.

“Dopo una guerra, la vita afferra disperatamente fugaci segnali di normalità come un rampicante avvinto ad un vuoto ramoscello; le sue radici fameliche si stringono alle macerie e ad ogni pezzo di vetro rotto.”

Chinua Achebe (scrittore e poeta nigeriano)

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