La notte di Tanlili

È già notte (in Africa la notte cala presto e bruscamente, intorno alle 18:30). Dopo la cena, come tutte le sere, i bambini del villaggio di Tanlili, nella parte settentrionale del Burkina Faso, si radunano in uno spiazzo in mezzo alle capanne, per giocare, chiacchierare e per aspettare  insieme l’ora di andare a letto. Hanno tutti la fronte ancora impolverata per aver poggiato la testa per terra, nell’atto dell’ultima preghiera della giornata. Questa sera però il programma è diverso, o almeno così pare. Uno dei due bianchi che da giorni si aggirano nel villaggio facendo riprese, ha pensato di fare loro una bella sorpresa. Sta trafficando già da un bel po’ con un aggeggio meccanico poggiato su un tavolino traballante, cercando di ottenere un qualche risultato, per tutti decisamente misterioso. Nel mentre si agita, si sbraccia, cerca di spiegare a gesti, come un mimo, ciò che sta facendo. 

Passano i minuti, passa mezz’ora. Il bianco è ancora lì, al centro dello spiazzo, che armeggia con quella macchina. La curiosità monta. Dopo un lasso di tempo abbastanza lungo, ma non quantificabile, il bianco fa capire con le sue mosse quasi teatrali che il momento è vicino, manca poco. Aspettate! L’attenzione è massima. 

La magia appare sui muri

Sul muro di una delle poche case in cemento di Tanlili appaiono improvvisamente delle immagini, sfuocate all’inizio, poi sempre più nitide. Le prime sono a testa in giù, difficili da decifrare. Ma dopo un po’ la magia si compie, rivelandosi agli occhi sgranati di tutti i presenti. La proiezione di disegni ispirati alla vita quotidiana del villaggio si svolge sotto lo sguardo rapito di un pubblico di bambini, a cui si sono uniti anche molti adulti. Le parole non servono, a questo punto non servono più neanche i gesti. È tutto chiaro. La magia della proiezione, nel cuore della notte africana, si compie. Il racconto per immagini delle piccole cose di tutti i giorni è visibile su quel muro, in quei disegni stilizzati. E per un attimo siamo tutti in comunicazione. Condividiamo il linguaggio universale delle immagini e della fantasia. 

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